JAQUEMUS, OFF-WHITE, GIVENCHY & more: ecco gli alti e bassi delle prime collezioni in presenza

Che Giugno e Luglio sarebbero stati due mesi di fuoco lo sapevamo già…e non ci stiamo riferendo solo al meteo!
A poche ore dall’inaugurazione del Festival di Cannes, il fashion system ha quasi ripreso i ritmi pre-pandemia con le prime sfilate in presenza: per le collezioni uomo il podio se lo aggiudicano Silvia Venturini Fendi (Fendi), Alessandro Sartori (Ermenegildo Zegna) e il duo Serhat Isik e Benjamin Huseby (presto in arrivo alla direzione creativa di Trussardi) di GmbH. Originali, attuali, innovativi: queste 3 collezioni non potrebbero essere più diverse, ma ciascuna di loro ha brillato per la capacità di comunicare la propria visione in maniera chiara e definita.

Menzione d’onore alla designer londinese Bianca Saunders, che con i suoi design e il suo invidiabile storytelling si è aggiudicata il Grand Prize come talento emergente al ANDAM Fashion Awards, che si è tenuto a Parigi lo scorso venerdì. €300.000 e un anno di coaching con il CEO di BALENCIAGA per lanciare ulteriormente il proprio brand: in bocca al lupo!

Restiamo nella capitale francese, dove sempre nel weekend hanno debuttato le collezioni autunno 2021 (formato see-now-buy-now) di Jaquemus e Off White. Saremo brevi: potevamo fare a meno di entrambe le collezioni.
Simon Porte Jacquemus è diventato mainstream grazie al mood vacanziero e spensierato dei suoi design, che lo hanno reso il designer preferito di ogni fashion victim ed influencer. Le sue presentazioni hanno brillato per location bucoliche e per la diversità proposta dai casting, tuttavia abbiamo notato che al crescere della popolarità è crollata invece la qualità degli abiti, sia in termini di design che di visione. Marketing fantastico, prodotto inesistente. Questa collezione autunno 2021 è l’esempio perfetto: l’ispirazione è la montagna, outdoor e trekking come simbolo di evasione post lockdown…ma in passerella, tralasciando i colori brillanti e top model dai nomi altisonanti, c’è ben poco. LETTERALMENTE.

Un mix di trend attuali presi qua e là, da Prada a Fendi, fino alla sensualità di Ottolinger o le sperimentazioni Di Y/Project. Manca la raffinatezza delle sue prime collezioni per lo meno delle più famose…onestamente non capiamo i commenti entusiasti che girano sul web: abbiamo visto la stessa collezione?

Delusione incredibile anche la sfilata di Off White e Virgil Abloh, i cui punti salienti sono:
*Bella Hadid in un top/vestito che ha rischiato di lasciarla nuda in 20 secondi di sfilata;
*Bianca Balti (she is back!), Joan Smalls e Candice Swanepoel ce l’hanno messa tutta per salvare i pesanti e goffi abiti da sera in neoprene;
*Alcuni modelli hanno sfilato con delle maschere dalle forme animali.

Il messaggio era quello di divertirsi con la moda, mostrando un volto più maturo del brand (Bella all’inizio era un tributo al lato più giovane e naïve del brand)… qualcosa di carino c’era, come i cappotti in pelle (anche se FENDI li fa meglio), ma il taglio sartoriale dei capi necessita di più attenzione.
NB: Dopo Givenchy, anche Virgil si è fissato con gli articoli da ferramenta: il chiodo usato come fermaglio su borse e maglie, come lo vedete? (noi male).

Chiudiamo il cerchio delle delusioni con la collezione resort di Matthew Williams per Givenchy, che a quanto pare si è chiesto quale fosse il look più adatto ad una guerra civile…

Vi stupirà sapere che l’ispirazione per questa collezione non è Cernobyl, ma l’infanzia del designer in America e la sua nuova vita in Francia (qualcuno porti a Disneyland Paris quest’uomo).
Le stampe stile graffiti, oltre ad essere una scelta, sono frutto di una collaborazione con l’artista americano Chito, mentre le valige in policarbonato con la medesima stampa ad aerografo sono state realizzate in collaborazione con il marchio Rimowa. Nessuno dei presenti è stato valorizzato in questo incontro von Givenchy. Amen.
Siamo sicuri che questo nuovo look sarà un successo commerciale? Iniziamo a temere la sua visione per la couture…

Passiamo alle cose belle?
La couture week parigina è cominciata a bomba con il surrealismo moderno di Daniel Roseberry per Schiaparelli & il debutto di Pieter Mulier per Azzedine Alaïa!

NE PARLIAMO QUI

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Stella

Editor-in-Chief

Credo tutto sia iniziato con la mia passione per la scrittura e la curiosità verso il mondo della moda. SUGAREAL è il risultato dell’incontro di queste due passioni (nonché una sorta di figlio per me). Quando non parlo di moda o delle (dis)avventure dell’essere mamma, mi perdo nella musica e nelle serie tv.

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