Quando Stella mi chiede di scrivere un post sul MET Gala provo sempre un mix di curiosità e “paura” nello scoprire il tema dell’anno: non ne so molto di moda, ma ho capito che MET Gala e low profile non possono stare nella stessa frase.
Basti pensare soltanto all’ultimo, ‘Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic’ che ha visto le star salire sul red carpet con look da ‘sante’ e ‘papesse’.
Il tema per il 2019 è “Camp: Notes on Fashion”.
Se la vostra reazione è stata questa…
… siete in buona compagnia.
Vediamo di scoprire un po’ di cosa si tratta.
Il curatore del Costume Institute, Andrew Bolton, lo ha pensato a partire dal saggio Notes on Camp di Susan Sontag, del 1964: una riflessione a 360 gradi sull’uso deliberato, e spesso volutamente spropositato, del kitsch da parte degli stilisti, che nel corso dei decenni hanno trasformato dettagli di stile dal gusto «discutibile» in nuovi codici del lusso.
L’autrice scrisse: “Il Camp è lo spirito della stravaganza; è una donna che va in giro in un vestito fatto da tre milioni di piume”.
Un percorso espositivo di oltre 200 oggetti d’arte e di moda traccia le origini del tema dal 1600, in particolare alla corte di Versailles, fino ai giorni nostri. «Fondamentalmente, passiamo dal Re Sole alle drag queen» ha dichiarato Anna Wintour.
Se ci pensiamo, è uno dei temi più controversi e attuali del fashion system:
la messa in discussione dei canoni estetici, sovvertiti dal piacere per l’artificio e l’eccesso.
Quest’anno il gala, oltre che, come sempre, da Anna Wintour, sarà promosso anche da Lady Gaga e da Harry Styles, in veste di madrina e padrino. Insieme a loro anche Alessandro Michele, designer di Gucci che del camp ha fatto il suo marchio di fabbrica, e Serena Williams.