“L’abito non fa il monaco” : come nella vita, anche nel beauty le apparenze ingannano.
Saper leggere l’etichetta di un cosmetico è solo la punta dell’iceberg !
Come abbiamo visto nell’articolo sulle etichette dei cosmetici, su ogni prodotto deve essere riportata obbligatoriamente la lista completa degli ingredienti che contiene. Gli ingredienti sono in ordine decrescente di concentrazione se in quantità maggiore dell’1%, in ordine sparso se in quantità inferiore all’ 1%.
L’elenco non viene scritto nella lingua del Paese in cui il cosmetico viene venduto, ma in una “lingua comune” chiamata INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) un simpatico mix fra inglese, francese e latino. Per questo motivo l’elenco degli ingredienti viene spesso ma impropriamente definito “l’INCI di un cosmetico”. L’obbligo di inserire la lista degli ingredienti, introdotto nel 1997, ha come scopo quello di tutelare i soggetti allergici ad alcuni componenti dei cosmetici: conoscendo il nome INCI del componente a cui si è allergici è possibile comprare solo prodotti che non lo contengono.
Nel corso del tempo però si è diffusa fra consumatori più consapevoli una nuova abitudine: quella di giudicare i cosmetici a priori, senza mai averli provati, solo leggendo l’elenco degli ingredienti.
Forse hai letto in giro anche tu cose come “in quel detergente c’è il sale prima della betaina, è troppo aggressivo” o “quella crema ha solo ingredienti naturali, va benissimo”
Ecco, tutte grandissime vaccate.
Per farti capire perché, farò un po’ di paragoni con il cibo: un po’ perché sono facili da capire, un po’ perché ho sposato un pasticcere e un po’ perché ho saltato la colazione e non mi viene in mente nient’altro.
Cosa c’è nei biscotti di pasta frolla? Farina, uova, burro, zucchero.
E nelle sfogliatine caramellate? Farina, uova, burro, zucchero.
Se preferisci il salato, pensa ai formaggi: tutti i formaggi – e ne esistono migliaia! – hanno come ingredienti latte, caglio, sale.
Stessi ingredienti, prodotti molto diversi.
Ma torniamo un momento ai biscotti.
Pensa ad un frollino preparato…
– da un pasticcere
– da un’industria dolciaria
– da mia suocera (che è riuscita a bruciare il bollito… true story!)
Pur avendo gli stessi ingredienti, pur essendo lo stesso identico prodotto, questi tre biscotti avranno un sapore molto, MOLTO diverso l’uno dall’altro (e con uno dei tre rischi di dover fare la lavanda gastrica, ma non ti dico quale).
Perché c’è questa differenza?
– cambia la qualità delle materie prime: se il pasticcere usa burro belga e farina macinata a pietra, l’industria dolciaria usa… meglio non sapere cosa usa!
– cambia il metodo con cui il prodotto è realizzato: un conto è fare 2 kg di biscotti, un conto è farne 10 tonnellate!
– cambia la competenza di chi lo ha preparato: non mi fate nominare di nuovo mia suocera, ci siamo capiti.
Con i cosmetici si può fare lo stesso discorso: come per frolla e sfoglia, prodotti diversi – un latte detergente, una crema viso e una crema mani, ad esempio – potrebbero avere lo stesso identico elenco di materie prime, “lo stesso INCI”. Avendo a disposizione solo l’elenco degli ingredienti si può a mala pena tirare a indovinare di che prodotto si tratti! Certo, con un po’ di esperienza si può distinguere dagli ingredienti uno scrub da un tonico, un solare da una maschera o un sapone da un contorno occhi ma non le caratteristiche proprie del prodotto.
La crema sarà leggera o ricca? Si assorbirà subito o andrà massaggiata a lungo?
Lo shampoo farà tanta o poca schiuma? Tenderà a seccare i capelli?
Chi pretende di rispondere a queste domande solo leggendo l’etichetta pecca di presunzione.
A parità di tipo di prodotto e di elenco ingredienti, due cosmetici potrebbero essere comunque molto diversi fra loro: come nel caso dei biscotti, fra una crema e l’altra cambiano la qualità delle materie prime, il metodo di produzione e le competenze dei tecnici formulatori e addetti alla produzione.
Inoltre, nel caso dei cosmetici funzionali, a fare davvero la differenza è la quantità dei principi attivi. Una crema antirughe all’acido ialuronico, ad esempio, potrebbe contenere lo 0,1% o lo 0,00001% di principio attivo: in entrambi i casi l’ingrediente si troverebbe nell’ultima parte dell’elenco degli ingredienti… solo che la prima crema contiene mille volte più acido ialuronico della seconda!
Dall’etichetta è impossibile accorgersene.
In questo caso non si può fare un parallelismo con l’alimentare.
Se comprate dei biscotti alla nocciola, troverete scritto in etichetta quante nocciole ci sono in 100 grammi di biscotti: lo dice la legge e i controlli in questo senso sono molto severi.
Se comprate un bagnoschiuma all’olio di argan, nessuno vi dirà quanto olio di argan c’è dentro. Perché? Perché non vogliono che si sappia che ci sono 5 grammi di olio di argan in 500 kg di bagnoschiuma. Spezzerebbe l’incantesimo del marketing… #complotto
I cosmetici per essere giudicati vanno provati, possibilmente per un buon periodo di tempo.
L’unica a saper dare la risposta – se sai ascoltarla! – è la tua pelle.
Quindi, che facciamo con l’elenco ingredienti? Tutto da buttare via?
Assolutamente no!
L’elenco ingredienti funziona benissimo per lo scopo a cui è stato ideato: tutelare le persone allergiche o comunque sensibili a certe materie prime.
Sono allergico al limone? Non comprerò cosmetici che lo contengono.
Sono sensibile all’alcool? Non comprerò cosmetici che lo contengono.
Facile, no?
L’elenco ingredienti è utile anche per altre cose: serve però conoscere un po’ l’INCI o appoggiarsi a libri o database che trasformano quei nomi incomprensibili in qualcosa di più concreto.
Un esempio? Difenderti dai venditori che tentano di fregarti.
Se tentano di farti comprare un detergente tutto naturale “a base di olio di cocco” ma nell’elenco ingredienti vedi tensioattivi etossilati (= roba che deriva dal petrolio) sai che ti stanno vendendo fuffa. Magari il detergente è buonissimo ma loro non sono professionali… quindi io non comprerei, per principio!
L’elenco ingredienti è utile anche per aiutarti ad assecondare i tuoi gusti personali in fatto di cosmetici.
Mi spiego meglio. Io non sopporto i siliconi nei cosmetici. Non per motivazioni ecologiche: con tutta la schifezza che finisce in mare ogni giorno mi sembra ipocrita sottilizzare per un po’ di silicone nella crema viso!
Non sopporto i siliconi per la sensazione che danno sulla pelle: lo chiamo “effetto mano sudata”. È un mio gusto personale, una mia opinione. Io non compro creme che contengono siliconi perché è probabile (anche se non certo!) che diano quell’effetto. Questo non significa che tutte le creme che contengono siliconi siano da buttare. Qualcun altro, che magari ha la pelle secca, ama la sensazione che danno i siliconi perché la pelle gli sembra più idratata e liscia.
Lo stesso discorso può essere fatto con decine di altri ingredienti: c’è chi preferisce evitare gli ingredienti sintetici, chi non sopporta l’idea di avere addosso prodotti di origine animale, chi cerca prodotti senza conservanti.
La cosa fondamentale è ricordare che queste sono scelte personali fatte usando il cervello, non la pelle: scelgo di non usare un prodotto perché non piace a me, non perché il prodotto non va bene in generale.
Ammetto che esistano ingredienti che andrebbero evitati in senso assoluto, in qualunque tipo di cosmetico: l’elenco ingredienti ci aiuta anche ad evitare quelli. Non sono poi molti – si contano sulle dita di una mano! – ma anziché buttarteli lì senza spiegarti perché non vadano usati… preferisco parlarne un’altra volta!