Si fa shopping con la pancia o con il cuore?
No non è l’ennesimo slogan da quattro soldi, ma una vera domanda. Pesiamoci un attimo: davanti a un bel top o a un paio di scarpe ci chiediamo mai qualcosa di diverso oltre al “Mi starà bene?” e “Quanto costa” ? Qualcuno di voi si chiederà “Com’è fatto?” , ma quante volte il capo o l’accessorio che teniamo tra le mani ci comunica un’emozione?
“Grazie” ad internet e ai social oggi è difficile non pensare alla moda come ad un mondo superficiale, fatto di sola apparenza e lustrini. Ci si dimentica di tutte le donne e gli uomini che dedicano la propria vita a questo settore, uomini e donne che hanno fatto della propria passione un lavoro. Ci si dimentica delle loro storie e di quello che vogliono trasmettere con le loro creazioni. Dopotutto la moda è arte, comunicazione, un mosaico di storie bellissime che una volta entrate nelle nostre case si arricchiscono anche della nostra.
E’ quello che ho provato parlando con Giulia Covelli, il giovane volto bresciano dietro al marchio di gioielli Exploit Bijoux. Le sue creazioni colpiscono l’occhio per l’estetica squisitamente femminile e rapiscono i cuori per le storie che portano con sé.

Una giovane donna che ha fatto della propria passione un lavoro e che crea accessori in grado di parlare alla gente su più livelli: come facevo a non intervistarla?
This is so Sugareal!
Per la nostra intervista ci siamo trovate in una location di tutto rispetto, un luogo che come Exploit Bijoux, colpisce per l’aspetto e per la sua storia, la Maison Co’: un innovativo centro di bellezza gestito dalle sorelle Co’ (di cui vi parlerò più tardi).
E’ qui, che tra una tazza di tè e biscotti, immerse nella meravigliosa cornice della maison, che Giulia mi ha raccontato della sua creatura, Exploit Bijoux.

S: Com’è iniziata la tua passione per i gioielli?
G: Credo che l’idea del gioiello mi abbia sempre accompagnato fin dall’infanzia, ma non pensare a me come alla classica bambina tutta gonne e merletti, perché ero un vero maschiaccio! Nonostante ciò ricordo che amavo disegnare figurini di moda, su cui modellavo i vestiti utilizzando le carte lucide dei cioccolatini o delle uova di pasqua. Sceglievo sempre le più colorate e luccicanti, amavo come risaltavano sul disegno: credo che l’idea d’indossare qualcosa che dia luce sia partita da lì.
S: Anche io ho sempre amato disegnare, ma non ho mai avuto il coraggio di approfondire quella strada. Tu invece hai dato vita ad un vero marchio e questo è ammirevole. Quando hai capito che la tua passione poteva diventare qualcosa di più?
G: E’ una bella domanda! Non c’è stato un momento definito in cui mi sono detta “ora faccio l’imprenditrice”, è stato più un percorso in evoluzione. Per la verità non credevo che la mia strada sarebbe stata questa: i miei studi si sono concentrati sull’organizzazione dello spettacolo dal vivo, ero convinta che avrei lavorato in teatro. Tuttavia questa passione per il bijoux con il tempo ha fatto emergere la mia anima e in un certo senso mi ha salvato. Ho iniziato a creare gioielli quasi per gioco nel 2009: curavo ogni singolo gioiello a livello artigianale e la gente amava sempre di più le mie creazioni. Tant’è che di quel periodo non mi è rimasto nessun gioiello (solo foto ricordo!). Col tempo mi sono trovata a percorrere una strada che non avrei mai pensato di intraprendere, gli obiettivi di breve periodo si sono trasformati e quasi senza accorgermene stavo dando il via alla mia impresa.

S: Da artista a business woman: si sa che le cose belle spesso accadono senza che ce l’aspettiamo. Sono curiosa però di sapere come hai dato vita ad Exploit Bijoux e chi è stato il tuo maggior sostenitore agli inizi.
G: La persona che più mi ha sostenuto in questo percorso è sicuramente il mio ragazzo, non a caso è grazie a lui se sono riuscita a trovare un logo per Exploit Bijoux! Ricordo che un giorno si è presentato con degli originali espositori in plexiglass che aveva fatto fare apposta per me: in quel periodo ero ancora agli inizi e l’identità del marchio in fase di sviluppo. Quel semplice gesto mi ha aperto gli occhi, mi ha fatto capire che se volevo fare il salto di qualità dovevo presentarmi in maniera più originale e personale: dovevo metterci del mio. Uno degli espositori che mi aveva regalato aveva la forma di un gatto e ho pensato fosse un segno. Oltre ad essere il mio animale preferito, la figura del gatto riassumeva la mia estetica: femminile, raffinata, elegante e legata alla donna in tutte le sue sfumature. Il logo è praticamente nato così.
La mia seconda grande sostenitrice è mia zia Mariacristina Massa Bunt: lei è la mia fan (e promoter) n.1, viaggia molto per lavoro e indossa sempre le mie creazioni.
S: Ogni tuo gioiello è ricco di dettagli e tutti sono accomunati da un preciso gusto estetico, che sembra guardare con nostalgia al passato. Come nasce l’estetica di Exploit Bijoux?
G: La mia estetica è fortemente ispirata dall’arte barocca, il rococò, l’Art Déco e dallo stile Liberty parigino dei primi del ‘900, di cui sono un’appassionata. Probabilmente sono stata influenzata dal mio contesto familiare: mia madre è una storica dell’arte e credo mi abbia pienamente trasmesso la sua passione per lo stile Liberty; entrambe amiamo collezionare oggetti dei primi del ‘900. Sono innamorata di quell’estetica, ma non dimentico il presente: infatti cerco sempre di rendere attuali i miei gioielli, scegliendo materiali di qualità e tendenza, ma anche attribuendo loro un valore simbolico.
S: Il desiderio di attribuire un valore simbolico al gioiello ti ha ispirato a concepire le collezioni di Exploit Bijoux sulla base di temi sempre diversi. Ogni collezione ha una specifica ispirazione, che trasforma la scelta del gioiello in un piacevole gioco. Da cosa ti fai ispirare quando sviluppi una nuova creazione e a quale collezione ti senti più legata?
G: Scelgo sempre temi che mi rappresentano e che hanno influenzato la mia vita: questo mi permette di trasmettere un’emozione genuina alle mie clienti attraverso il gioiello. E’ anche uno incredibile stimolo creativo perché mi permette di reinventare ogni volta l’estetica che mi caratterizza.
La collezione a cui ho lasciato il cuore è sicuramente quella dedicata al circo, nata dall’incontro con il circo di Praga. Ho conosciuto questa splendida famiglia circense, che mi ha davvero accolta come una figlia e mi ha fatto scoprire tutto il backstage della vita del circo: dalle relazioni personali, al lavoro sul corpo, il rapporto con gli animali, la vita itinerante e ovviamente lo spettacolo. E’ stata l’amicizia con la figlia del direttore, Tara Cristiani, ad aver ispirato l’intera collezione: vederla esibirsi con i cerchi e tessuti aerei, mi ha lasciato senza fiato. Mi sono lasciata affascinare dalle ombre che lei e gli atri acrobati proiettavano sul tendone: da lì ho iniziato a creare i gioielli della collezione. Ho chiamato la linea “Play your Role”, perché volevo andare oltre il semplice immaginario del circo: ho attribuito ad ogni disciplina circense, riportata sui gioielli, un significato allegorico, per ispirare le persone a scegliere l’icona che meglio si applica alla loro vita o ai loro sogni.
S: La tua ultima collezione , che per inciso ADORO, si ispira al mondo delle fiabe: come l’hai realizzata?
G: E’ stato molto divertente realizzare la collezione Fairy Tales : ho preso 8 delle fiabe più famose (Cenerentola, Il Principe Ranocchio, la Bella Addormentata, La Bella e la Bestia, La Sirenetta, Biancaneve, Cappuccetto Rosso e Alice nel Paese delle Meraviglie) e le ho reinterpretate in chiave pop, attribuendo a ciascuna di esse un proverbio, che scherzosamente riprende la morale del racconto. Puoi così scegliere il gioiello con la tua fiaba preferita e portare con te il proverbio che l’accompagna o viceversa. La collezione viaggia sui toni del bianco perla, l’oro rosa e l’argento; si compone di orecchini e bracciali, collane e ciondoli, molto belli da indossare a cascata.
S: Ogni tuo gioiello è Designed & Made in Italy: quali materiali utilizzi maggiormente nella realizzazione delle tue creazioni e come li scegli?
G: C’è sempre un lavoro di ricerca alla base della scelta dei materiali e un pizzico di sperimentazione se vogliamo. Sto attenta alle tendenze di mercato, in modo da rendere i miei gioielli sempre attuali e moderni. Le mie prime creazioni erano influenzate dall’idea del riciclo creativo, che mi ha portato a lavorare molto con il legno ed il tessuto, in particolare il pizzo macramè, che immergevo in bagni di colle per dare rigidità e dipingevo a mano; mi piaceva applicare anche polveri d’argento per conferire un tocco cangiante al gioiello. Il motivo del merletto mi ha poi accompagnato in applicazioni successive: ho iniziato ad utilizzare il taglio laser sul plexiglass e questo mi ha portato a realizzare la mia prima grossa vendita dopo aver registrato il marchio. Ho sperimentato poi il taglio laser anche su altri materiali come la pelle/simil-pelle ed il sughero. Nelle ultime 4 collezioni (ovvero le fiabe “Fairy Tales”, il circo “Play Your Role”, i tarocchi “Le Comté” e lo zodiaco) ho scelto di prediligere l’ottone bagnato in oro rosa o giallo 24k, nel bronzo bianco o l’argento 925 (collezione dedicata ai tarocchi “Le Comté”).
S: Ti è mai capitato di realizzare accessori personalizzati?
G: Assolutamente si e lo faccio tuttora. Tutti i gioielli Exploit Bijoux sono personalizzabili su richiesta con incisioni, anche di frasi/mantra.
Oltre a questo sono disponibile a progettare e realizzare collezioni personalizzate per altri brand/negozi che vogliono accessori correlati al proprio prodotto.
Il mio lavoro però non si limita al solo accessorio moda, ma si estende anche al mondo dei gadget/accessori per eventi. Ultimamente mi sono interessata anche al settore dei matrimoni, dove già in un paio di occasioni ho realizzato accessori a tema, centri tavola, segna posti e bomboniere.
Sono tutte esperienze che mi stimolano e mi permettono di sperimentare.
S: Oggi ci troviamo nella splendida cornice di Maison Co’, rinomato salone di bellezza a Brescia, che oltre a rivendere i tuoi gioielli, so essere un partner importante per te: parlami degli eventi che create insieme.
G: Maison Co’ oltre ad essere rivenditore dei miei gioielli è anche un partner importante per me. La nostra collaborazione si è inaugurata in un clima di festa ed incontro: infatti Maison Co’ ha ospitato l’ultima edizione di “Exploit for Christmas”, un evento che realizzo ogni anno durante il periodo natalizio, per presentare al pubblico l’ultima collezione di Exploit Bijoux. E’ stato un momento conviviale molto bello, mirato a far incontrare le nostre clientele, famiglie e amici, ma anche i diversi partner che hanno preso parte all’evento.
S: Stai vivendo il tuo sogno e lavori sodo per mantenerlo vivo. Che consiglio daresti a una persona interessata ad intraprendere il tuo stesso percorso?
G: In una parola? Costanza. Oggi cerchiamo tutti un lavoro (spesso dipendente), che ci dia una stabilità economica, per quanto possibile. E’ la norma, in fondo veniamo tutti indirizzati su questo stile di vita e non c’è nulla di male. Tuttavia così facendo molto spesso ci dimentichiamo di seguire la nostra indole e i nostri sogni, non riusciamo a dedicare loro il giusto tempo perché diventino realtà. Il lavoro occupa la maggior parte della nostra giornata e io penso sia giusto che ognuno di noi svolga una professione che lo appaghi e lo rappresenti. Credo molto nella meritocrazia e secondo me la costanza è la chiave di tutto: tutte le persone che re-inventano e si fanno da sé vengono premiate per il loro sforzi, ma per raggiungere quei livelli la costanza è davvero tutto. Non mancherà la fase di stallo in cui è facile perdersi d’animo, ma alla fine confido in quel exploit, quel’intuizione che ti permette di esprimere al massimo tutto quello che hai dentro. Ovviamente poi è importante trovare la ricetta giusta per rimanere sul mercato, una strategia che aiuti a mantenere vivo l’interesse della gente verso quello che stai creando, fino al punto in cui saranno loro a cercarti e non più viceversa.
Photography by Phranci
Ringraziamo di cuore Giulia Covelli per questa intervista e le sorelle Marta e Maria Co’ per averci accolto nella loro bellissima Maison.